sabato 3 ottobre 2009

Sono stata da sempre una bimba grassoccia.
Ho vissuto i primi anni della mia vita dai nonni, mentre i miei erano occupati ad evitare che mio fratello morisse di overdose.
Per i miei nonni offrire cibo era il modo migliore per manifestare il proprio affetto ed essere grassa significava stare bene,in salute.
Io quindi ero sanissima.
Gli anni passavano e nonostante il grasso anche l'altezza sicuramente maggiore dei miei coetanei giocavano a farmi sentire esclusa e diversa.
Le mie amichette erano così delicate e piccoline e io intanto alla fantastica età di 10 anni riflettevo sul fatto se fossi davvero femmina, se non somigliassi più ad un maschio che ad una graziosa bimba.
E così la foto scolastica della quinta elementare ritrae me e mia sorella. Una graziosa bimba riccioluta e un gigante con le codine, davvero imbarazzanti.
Durante gli anni delle medie cominciai a fare attenzione a cosa mangiare. Nella mia classe c'erano ragazzine davvero molto belle e soprattutto davvero molto magre e io le invidiavo, volevo essere come loro perchè sarebbe stato l'unico modo per conquistare un mio compagno di classe. La bellezza insieme all'intelligenza che già avevo l'avrebbero legato per sempre a me.
Ed ero abbastanza magra, accettabile.
L'estate che seguì gli esami di terza media accadde qualcosa di strano, che diede inizio all'incubo che ancora mi attanaglia.
Mio fratello chiuse un negozio di alimentari che aveva aperto qualche anno prima e portò a casa tutte le rimanenze, comprese pacchi e pacchi di ovetti Kinder, Kinder Bueno, Tronky, ecc...
Mia madre, inoltre, cominciò a prendersi l'abitudine di andare a comprare i gelati direttamente in fabbrica e tornava puntualmente a casa con scatoloni di gelati.
E io iniziai a mangiare. A dismisura. Senza ritegno. Di nascosto.
Fino a stare male.
Un giorno, la svolta. Stavo guardando Paso Adelante e in quella puntata c'era una ragazza magrissima che studiava nella scuola danza classica. Questa ballerina vomitava per rimanere magra.
Idea.
Provo a vomitare.
E così inziò la tortura.
Mangiare-vomiare. Mangiare-vomitare. Mangiare-vomitare.
Questo periodo coincise con il matrimonio di mio fratello. Ancora ricordo quando io e mia sorella andammo a comprare i vestiti. Io grassa, non mi stava bene niente, non mi piacevo con nulla e per questo motivo la commessa cercava di propomi vestiti che coprissero, a sua detta, "il ciambellone". Mia sorella, solo dodicenne ma già con un fisico da quindicenne, stava bene con qualsiasi cosa.
Ricordo ancora quando il giorno del matrimonio un'amica di mia madre le disse riferendosi a mia sorella : "certo,lei ha un fisico bellissimo". E io no, ero la figlia grassa.
Ho passato tutti gli anni del liceo a sperare di dimagrire, a propormi ogni nuovo giorno di iniziare una dieta seria e di dimagrire.
E mi ritrovo qui, ora, studentessa universitaria ancora grassa.
E sono stanca...troppo stanca.



Per oggi...
Colazione: niente
Pranzo: niente
Merenda: 300 gr di insalata ( all'incirca 60 calorie)
Sera: dovrò per forza mangiare la pizza, ma prenderò un solo pezzo, al massimo due.

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